
“Sarebbe esente, ma bisognava separare l’impegnativa”
Alle 7 di mattina ricevo una chiamata allarmata di Carlo, una persona senza fissa dimora che seguiamo con l’associazione. Deve fare urgentemente una serie di analisi che gli ha prescritto la specialista diabetologa per capire quanto anni di strada e di diabete non trattato hanno distrutto il suo fisico.
Carlo doveva fare le analisi già la scorsa settimana ma purtroppo non aveva portato con sé l’impegnativa stampata, solo quella sul telefono, per cui ha dovuto stamparle, riprendere appuntamento, e tornare oggi. In teoria avendo l’esenzione 013 per diabete mellito, tutte le analisi tranne due dovevano essere gratuite. Emocromo ed acido urico dovevano invece costare circa 6€ in totale, e ci siamo preparati all’evenienza, in modo tale che oggi le analisi non vengano saltate.
La signora dello sportello, invece, gli dice che “deve pagare 30€”. Carlo mi chiama: “Qui dicono che devo pagare 30€, non ce la faccio più, ora me ne vado!”. La mia primissima reazione, incredibilmente, è di sollievo: tipicamente Mario già a questo punto se ne sarebbe andato via imprecando. Invece mi ha chiamato per aiutarlo a risolvere la situazione e cercare di riuscire a fare le analisi oggi. È già tantissimo. Mi faccio passare subito la signora dello sportello, che dopo una iniziale resistenza a parlare al telefono capisce la fragilità della situazione e cerca di venirmi incontro per spiegarmi la situazione:
“Pronto chi parla? Guardi che qui c’è una fila enorme, non posso mica stare al telefono con lei”
A questo punto spiego brevemente che seguiamo Carlo con l’associazione, che ha l’esenzione 013 per il diabete mellito, che di tutte le analisi dovrebbe pagare solo 6€ circa per emocromo e acido urico che non passano più con la 013.
“Guardi, la capisco, ma qui il medico di base le ha messe tutte assieme senza indicare l’esenzione”
Spiego che Carlo è una persona fragile a rischio vita immediato, a cui hanno anche sospeso il reddito di cittadinanza per cavilli burocratici, e che vivrebbe per strada se non lo sostenessimo a spese nostre per un piccolo alloggio in un ostello. Chiedo in modo molto naive se non è possibile, stante il fatto che Carlo è effettivamente esente (ha portato l’esenzione con sé) far pagare solo le analisi per cui effettivamente non è esente.
La signora dello sportello mi risponde che “non siamo al mercato, mica posso decidere io quali analisi far pagare e quale no, devo seguire la ricetta. Il signore davanti a me sarebbe esente, ma bisognava separare l’impegnativa. Il medico di base ha messo le analisi tutte assieme e non si può fare nulla. Deve andare a farsele prescrivere separatamente, riprendere appuntamento e tornare la settimana prossima”.
Però la signora ha capito situazione, resta disponibile al telefono per capire come risolvere, noto comunque la sua empatia. Le spiego che non voglio che passi un’altra settimana e di indicarmi la cifra esatta che serve per fare tutte le analisi prescritte oggi stesso. Sono 21€, invece di 6€. Provvedo immediatamente alla ricarica della postepay che abbiamo attivato per Carlo, proprio per far fronte a questi (infiniti) imprevisti che incontriamo quasi ogni giorno nel kafkiano percorso di recupero che stiamo percorrendo assieme a lui.
Mi faccio ripassare Carlo al telefono: “Che sta succedendo?” mi dice “Non ci sto capendo niente, vado via”. Lo tranquillizzo, gli spiego che gli verserò 21€ sulla carta, che potrà fare le analisi oggi.
In teoria tutto è andato bene: grazie a questa chiamata e al versamento di 21€ non previsti Carlo oggi ha potuto fare le analisi. Ma sono 21€ che pesano, visto che con una piccola attenzione (sostanzialmente facendo bene il suo lavoro) il medico di base ne avrebbe potuti far spendere solo 6. Sembra poca cosa, ma il problema è molto più grave di quanto non sembri a prima vista.
Visualizzo per un solo istante il finale alternativo, quello in cui non fosse stato possibile per Carlo chiamarci e risolvere la questione con la ricarica di una postepay:
Carlo arriva alle 7 di mattina, in qualche modo ha racimolato 6€ e si è convinto a fare le analisi. Arriva allo sportello, gli dicono che in realtà non sono 6€ ma 30€. Carlo insiste, dice che ha l’esenzione, gli spiegano che no, che la avrebbe ma “la 013 va segnata in un’impegnativa a parte”. Mario non capisce bene, si spazientisce e se ne va. Prova nella sua rete di sostegno, tra persone ed associazioni, a chiedere 30€ per le analisi. Quando gli fanno notare che ha l’esenzione lui dice che sì, la avrebbe, ma per cose che non ha capito deve pagare comunque 30€. Una qualche associazione, spazientita dalla continua pressante richiesta di soldi, segna inesorabilmente in un appunto dell’incontro “chiede soldi, dice bugie”. Carlo si spazientisce, smette di chiedere i soldi delle analisi, non vuole più andare a farle. La situazione peggiora, peggiora, peggiora…
Questa è esattamente la situazione in cui abbiamo trovato tante persone che vivono per strada: sfiduciate verso la società, con livelli di frustrazione altissimi (a chi farebbe piacere diventare il protagonista di un romanzo di Kafka?). E purtroppo, anche, sfiduciate dalla società (“chiede soldi, dice bugie”). Spesso in questa situazione si arriva a perdere tutto, anche il corpo, anche la mente, anche la vita. Invece, a volte basterebbe ridurre il flusso di questa tortura cinese, che goccia dopo goccia può distruggere una persona. Basterebbe, tanto per iniziare, che il medico di base separasse bene l’impegnativa…